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“Origine (The Black Crystal Sword Saga, pt.2)”, parte con una intro (“Origine” ) che sembra provenire direttamente da Tamriel, dalle lande desolate nei pressi di Winterhold, una spruzzata di elettronica e l’epicità è assicurata. Il gioco dei nostri sei bardi non si inceppa con “Impious Dystopia”, la giusta sintesi tra i Rhapsody e certi Sonata Arctica ma con una buona dose di inventiva personale, emoziona nei pezzi più cantati da Sara Squadrani. Ed è proprio lei il punto di forza di una band che punta fortissimo sull’impatto dei chorus da cantare a squarciagola in sede live. Dettagli studiati, suoni che si armonizzano a dovere ed una capacità di far funzionare il tutto non indifferente.
L’album è davvero convincente ed anche una canzone come “The Hollow” (praticamente una strumentale con un coro ad accompagnare la struttura portante) regge la scena senza cedimenti. Poi piace – e parecchio – la suite “The Great Divide”, intensa conclusione di un album che si dimostra una solida conferma per la scena italiana. Con vista sull’estero.
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